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Panoramica sulla biometria

  • Giovanni Brotto
  • 12 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 22 nov

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La capacità dell’essere umano di discernere un amico da un nemico e di associare a loro un’identità basata sui loro tratti fisici ha giocato un ruolo fondamentale nel successo della nostra specie. Nel corso della storia il poter riconoscere una persona da delle sue caratteristiche attraverso dei ritratti disegnati è stato un modo per identificare individui come criminali, fuggitivi, ma anche persone scomparse o uccise; tuttavia, questo metodo molto spesso falliva in quanto il disegno non era rappresentativo in maniera perfetta del viso del soggetto ritratto.

È durante la seconda rivoluzione industriale che si riesce a rendere oggettivo e scientifico l’utilizzo delle caratteristiche fisiche per identificare una persona, e uno degli esempi si trova nel 1891 in Argentina, quando Juan Vecetich, un antropologo argentino, iniziò a catalogare le impronte digitali di vari criminali imprigionati. Queste stesse impronte vennero usate un anno dopo per risolvere un crimine.

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Da qui nasce la biometria, la disciplina che studia le grandezze biofisiche allo scopo di identificarne i meccanismi di funzionamento, di misurarne il valore e di indurre un

comportamento desiderato in specifici sistemi tecnologici.

L’obbiettivo fondamentale della biometria è quello di stabilire l’associazione tra un

individuo e la loro identità personale. Questo è chiamato riconoscimento personale, e ci sono tre modi per riconoscere una persona: da ciò che sanno, per esempio con una password, da ciò che possiedono, con una carta d’identità, o dalla loro persona in sé, con tratti fisici come il viso. Si può notare come una password può essere dimenticata, una carta d’identità persa, ma le qualità fisiche di una persona sono pressoché permanenti; quindi, si potrà sempre identificare un individuo da quest’ultime.

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Per riconoscere una persona attraverso le caratteristiche della sua identità c’è bisogno di un sistema biometrico che misuri una o più caratteristiche fisiche, comportamentali o anche psicofisiologiche. Alcuni esempi posso essere l’impronta digitale o del palmo, il viso, la voce, la firma, anche il DNA. Per ognuna di queste caratteristiche è necessario avere un sistema in grado di analizzare i tratti in maniera adeguata, per poi registrarli e compararli con un database, e s

e lo stesso dato è registrato in quel database allora ci sarà un riconoscimento, e le conseguenze causate da esso, che sia sbloccare un telefono o che sia aprire una porta.

Esistono vari tipi di riconoscimento biometrico, ognuna basata su una tecnologia diversa dall’altra: il riconoscimento facciale tipico degli smartphone, che hanno spesso anche quello per l’impronta digitale, il riconoscimento dell’iride e della voce.

Nei seguenti articoli si descriveranno due delle quattro tecnologie menzionate prima con più accuratezza, partendo da quella più antica: il riconoscimento dell’impronta digitale.


Fonti delle immagini

Immagine 1-2: Orit Hazzan; Frank Maurer; Anil K. Jain & Arun A. Ross & Karthik (2011) Nandakumar Introduction to Biometrics

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