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Un po' di storia

  • Alessia Roccabruna
  • 14 nov
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 22 nov


Le idee su cui si basano i sistemi biometrici risalgono a molti anni fa, ma essi sono diventati popolari solo intorno agli anni ‘90 del Novecento.

Alcune applicazioni di questi sistemi in forma originaria, o meglio dire antica, le possiamo trovare al tempo degli antichi Egizi, i quali identificavano affidabili i commercianti in base ad alcune descrizioni fisiche.

Un altro esempio può essere la Babilonia, dove i mercanti usavano le impronte digitali

come metodologia di identificazione, con la quale si registravano le transazioni commerciali su tavolette di argilla, risalenti circa al 500 a.C, anche in Cina si usava lo stesso metodo nel XIV secolo, con le stesse finalità.


William Herschel

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Durante gli anni ‘60 dell’Ottocento, William Herschel, un amministratore coloniale, è stato il primo a cercare di introdurre la sicurezza biometrica in una varietà di settori civili. Lui ha implementato l’utilizzo dell’impronta digitale per combattere le frodi nelle richieste di pensione, quando lavorava come magistrato a Hooghly, ma anche per identificare le persone.


Tra la fine degli anni ‘70 e inizio degli anni ‘80 dell’Ottocento si cominciarono ad usare i sistemi ufficiali di classificazione biometrica per scopi di sicurezza.


Alphonse Bertillon

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Nel 1879, un sistema di identificazione conosciuto come Bertillonage, o "segnaletica”, fu sviluppato e introdotto da un agente di polizia di Parigi chiamato Alphonse Bertillon. Questo sistema identificava

le persone in base alle misure della testa e del corpo, delle orecchie, degli occhi, delle sopracciglia e della bocca. Questa “segnaletica” identificava anche tatuaggi, cicatrici e tratti della personalità. Le informazioni raccolte venivano registrate su schede che includevano delle fotografie dei profili frontali e laterali degli individui. Questo sistema venne adottato poi dalla polizia dagli inizi degli anni ‘80 dell’Ottocento.


SIMLA: Mirella Gherardi
SIMLA: Mirella Gherardi

Francis Galton

Enciclopedia Treccani
Enciclopedia Treccani

Nel 1892, uno scienziato britannico, antropologo e eugenista chiamato Francis Galton pubblicò un libro su un sistema di classificazione delle impronte digitali da lui stesso sviluppato che si basava su tre principali pattern ovvero anse, spirali e archi. Inizialmente il suo scopo era quello di identificare le differenze delle impronte digitali tra le diverse razze, questo ragionamento non superò la sperimentazione, in quanto questo sistema dimostrò che non esistono due impronte digitali uguali e che le impronte digitali rimangono identiche per tutta la vita di un individuo.


Edward Henry
Edward Henry

Edward Henry

Anni dopo, Edward Henry, l’ispettore generale della polizia del Bengala in India, dopo aver consultato Francis Galton, implementò il sistema di impronte digitali.

Khan Bahadur Qazi Azizul Haque, il suo assistente, sviluppò una formula matematica per classificare le impronte digitali. Il sistema di Herny, gettò le fondamenta per i sistemi che sarebbero stati utilizzati dal Federal Bureau of Investigation (FBI) e da altre organizzazioni delle forze dell’ordine per molti anni. Il sistema sostituì il sistema di Bertillon all’inizio del Novecento. Inoltre vennero usate le impronte digitali per identificare le persone rilasciate dalla custodia nel 1903, dalle carceri dello Stato di New York.

Successivamente anche in diversi altri stati e agenzie delle forze dell’ordine istituirono i propri sistemi di rilevamento delle impronte digitali.

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Ad esempio nel 1924, l’FBI istituì una divisione di identificazione che aveva la funzione di archivio nazionale e centro di raccolta dei dati sulle impronte digitali.

Nei dieci anni successivi vennero sviluppate altre tecnologie biometriche.

Woodrow Bledsoe(“Woody”) negli anni ‘60 che insieme ad alcuni colleghi della

Panoramic Research sviluppò la semi-automazione del riconoscimento facciale, un sistema per confrontare immagini di volti. Questo è definito come un sistema

“uomo-macchina” in quanto richiedeva che esperti umani trovassero manualmente dei punti di riferimento facciali su una fotografia. Il confronto veniva eseguito in modo automatico sulla base di 20 distanze normalizzate che derivavano da punti di riferimento facciali (larghezza degli occhi, del naso o della bocca, ecc.).


Negli anni ‘70 dei sistemi di riconoscimento vocale vennero finanziati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, come ad esempio i sistemi Hearsay, Dragon, Harpy e Sphinx I/II sviluppati da Reddy assieme ad un gruppo che guidava presso la Carnegie Mellon University.


Nel 1985 venne poi ideato un sistema di riconoscimento della geometria della mano da David Sidlauskas, sempre nello stesso anno Joseph Rice ideò il riconoscimento di pattern vascolari. Invece in tempi più recenti possiamo trovare: l'azienda Dragon che nel 1990 lancia il primo sistema di riconoscimento vocale per i consumatori; John Daugman che sviluppò un sistema di riconoscimento dell’iride (1994);

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Apple che introdusse nel 2013 il Touch ID per il nuovo iPhone 5S e nel 2017 presenta il Face ID per il nuovo iPhone X, queste tecnologie sono state applicati per una maggior sicurezza sui dispositivi.





Fonti delle immagini

Immagine 1 : Wikipedia, L. F. Abbott (1785) William Herschel
Risorsa: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:William_Herschel01.jpg

Immagine 2: Wikipedia, Alphonse Bertillon
Risorsa: https://it.wikisource.org/wiki/Autore:Alphonse_Bertillon"source" https://wellcomecollection.org/works/jxdmprjp?wellcomeImagesUrl=/indexplus/image/V0028114.html

Immagine 3: SIMLA, M.Gherardi (a cura di) I personaggi ed i casi che hanno fatto la storia dell'identificazione personale (Parte 1): Bertillon.
Risorsa: https://www.simlaweb.it/identificazione-personale-parte-1-bertillon/Visualizza la Bibliografia

Immagine 4: Treccan.it, Sir Francis Galton
Risorsa https://www.treccani.it/enciclopedia/sir-francis-galton/

Immagine 5: Wikipedia. Edward Henry
Risorsa: https://it.wikisource.org/wiki/Autore:Alphonse_Bertillon

Immagine 6: Il Giornale Popolare (2025), F. Capo (a cura di) L’impronta digitale non è una prova schiacciante. Anche nel caso di Garlasco?
Risorsa: https://ilgiornalepopolare.it/limpronta-digitale-non-e-una-prova-schiacciante/

Immagine 7: Logo Apple
Risorsa: https://logos-world.net/apple-logo/ )

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Alphonse Bertillon
Francis Galton
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